giovedì 29 maggio 2014

:)

 "There's nothing you can do that can't be done.
Nothing you can sing that can't be sung.
Nothing you can say but you can learn how to play the game.
It's easy."

Molte volte mi sembra di essere un incapace, di non essere in grado di concludere nulla di buono, indipendentemente da quanto mi possa impegnare. Mi convinco di non avere possibilità di miglioramento: un caso disperato.

Invece alcune volte succede che, senza neanche darci troppo peso, faccio qualcosa di speciale.
Ieri volevo sotterrarmi, oggi mi sento in pace con me stesso.
 
Non ho fatto nulla di memorabile, nulla che rimarrà nei libri di storia e probabilmente se l'avessi fatto dieci volte, almeno sette di queste mi sarebbe riuscito meglio; però l'ho fatto e mi basta questo.

Non pensavo che sarei mai riuscito a superare la mia timidezza e aprirmi in maniera così diretta a qualcuno. Ho deciso di ballare ed ho ballato, come uno zoppo è vero, ma l'ho fatto e anche se non ho ottenuto quello che volevo sono felice. Non poteva andare meglio.

Certo, per quanto possa essere felice una parte di me è comunque triste per la sconfitta, alla fine ho commesso tanti errori nelle ultime settimane e ne sono consapevole, ma fortunatamente non sono perfetto, sbaglio spesso. Però mi rialzo e mi hanno insegnato che è questa la vera forza.

Ho tanto davanti a me: persone che mi vogliono bene e sicuramente tante altre occasioni per perfezionarmi. Si può sempre fare di meglio e ci riuscirò.


Ps: alla fine quel "qualcosa", per non diventare un piccolo Werther, l'ho fatto.

martedì 27 maggio 2014

Tu e Io

Non so se riuscirò mai a dimenticare quello che vedo quasi tutti i giorni.
Una vista che mimanda in palla la mente per ore. Non penso ad altro, riesco perfettamente ad isolarmi dal mondo esterno, mi sembra sempre di essere solo tu e io anche quando tu non guardi, cosa che purtroppo avviene spesso, troppo spesso per quanto io senta di poter sopportare.

Alcune volte mi chiedo se per te io significhi qualcosa, me lo chiedo anche se dentro di me già so che qualsiasi cosa tu possa provare per me non sarà mai come quello che provo io per te, sei quel qualcosa che vorrei nella mia vita più di tutto.

L'illusione del nostro futuro insime mi fa sfiorare il cielo con le dita, la triste realtà di me, solo e pensoso, mi fa precipitare all'infinito. Riesco a percepire il dolore che arriverà dal tuo rifiuto e un po' mi spaventa, ma devo ammettere che questo stato di quasi certezza della mia sconfitta è di gran lunga peggiore. In alcuni casi morire è un opzione migliore che continuare a soffrire.

Ogni tanto i nostri sguardi però si incrociano e il tempo sembra quasi fermarsi, in quei momenti mi chiedo se davvero tu non capisca quello che provo per te o fa tutto parte di un tuo piano per cercare di non rompere l'armonia. Ma qualcosa si è già rotto tempo fa, quando mi sono innamorato nuovamente, illudendomi che magari il nostro essere simili potesse far nascere qualcosa anche in te.

Magari è nato tutto da un'altra illusione: il mio pensare che tu sia simile a me. Non lo sei.
Come potresti esserlo? Tu sei completamente contraria a quello che io sono, basta guardarmi allo specchio la mattina per capirlo, una persona come te e una come me non vanno in giro insieme.

Ma la differenza più grande è dentro, non fuori: sono un libro aperto per te, io invece non riesco neanche a leggere la copertina del tuo libro. Sei complessa e sfaccettata, troppo per le mie capacità.
Tu hai la tua migliore amica con cui parlare quando sei giù, una persona che per te è la più importante e tu lo sei per lei, io invece ho tante persone importanti per me, ma non sono il primo per nessuno.
Io ho solo la mia testa, una penna che sono sempre pronti quando più mi servono.

Non capisco neanche perchè tu tra tante, siamo due mondi completamente diversi.


22/05/14

sabato 10 maggio 2014

Riflessioni (molto) rapide (e sgrammaticate).

È da poche ore il 10 Maggio, sono fuori con amici a Campo de Fiori e mi trovo ad osservare da dietro una sottospecie di concerto comunistoide per pubblicizzare quella che credo essere una lista candidata alle elezioni europee che arriveranno in pochi giorni. Elezioni a cui dovrei votare anche io ma questo meriterebbe un articolo apposta perché è un tema ampio da trattare, e non è neanche quello di cui voglio parlare ora.
Sono qui seduto da circa 40 minuti e ho detto circa 20 parole in totale, scollegate tra di loro e anche tanto interessanti. Parole vuote a persone a cui in realtà non ho una da dire ora, semplicemente non so cosa dire.
Trovo curioso come sia possibile che da un momento all'altro la serata si sia spenta nel nulla cosmico, addirittura sto scrivendo questo messaggio mal scritto e senza un vero senso con alla mia destra tre ragazze abbastanza carine. Che gay che sono.
Momenti come questi mi fanno chiedere come sia possibile che l'uomo sia un uomo sociale e allo stesso tempo sia capace di isolarsi anche in mezzo alla folla più ampia. Mi chiedo perché succeda ciò, ma non so spiegarmelo bene, forse alle volte semplicemente non c'è niente da dire o nulla che valga la pena dire ad altre persone. Ah, che strano essere l'uomo. O forse sono io quello strano, chi lo sa. Fatto sta che alla fine qui non sono l'unico che sta muto, alla fine non è un problema solo mio. Meno male.

venerdì 2 maggio 2014

Autocritica

Alcune volte sono triste e non capisco il motivo. Mi sembra di avere quello che voglio, ottengo quello che desidero, non sempre, con le persone praticamente mai, con gli obbiettivi che mi impongo invece più spesso, ma mi sento comunque come se non avessi mai il puzzle completo, manca sempre un pezzo per essere veramente apposto. Qualcosa é fuori posto sempre e comunque ed è così per tutti, ma io non riesco a darmi pace nonostante lo sappia. Il pensiero che qualcosa non sia come io lo vorrei o lo immagino é come un tarlo nella mia testa, mi mangia piano piano in ogni momento della giornata senza che io possa farci niente.
Mi chiedo spesso perché non riesca ad accettare il fatto che non tutto dipenda da me, ma comunque ogni volta mi incolpo di tutto. Ogni cosa che mi accade per il mio cervello é una conseguenza delle mie azioni. Quando le cose vanno bene è bello sentirsi artefici della propria gioia, ma quando ciò non accade mi sento molto stupido. Ma non quel tipo di stupido che non è abbastanza intelligente per capire regole matematiche assurde che bella vita non serviranno assolutamente a niente ma che sono costretto a studiare contro la mia volontà per la sopravvivenza, quello stupido che ha tutte le carte in regola per fare grandi cose ma che alla fine non fa niente se non grattarsi. Uno spreco di potenziale ingiusto.