giovedì 1 settembre 2016

3:55 A.M.

Il silenzio della notte è interrotto solamente dal ticchettio dell'orologio.
Penombre, giochi di luce.
Quante volte...
Nuovi inizi, nuove speranze.
Same old story, same shit.

Mi sento pesante.
Mente vuota, cuore dolente.
L'ho fatto ancora.

Non posso spiegare quello che accade, quello che sono: un vetro rotto, usato, gettato.

Mi piaci sai? Mi fai impazzire.
Come mi guardi, come mi pensi.
Ah, sarebbe fantastico.

Siamo diversi, impossibili: la luce, il buio.

Mai.

lunedì 29 agosto 2016

M.

"Mangi troppo velocemente, ti fa male."
"Ho vent'anni, non ne ho tre."

Riprendo a mangiare fissando il tavolo, dietro di me un mare di gente si muove caotico come in ogni altra stazione.

"Sai che c'è, è proprio un idea del cazzo."
"Zitto, non dire cazzate, e poi ormai è tardi per tirarsi indietro."

Ci alziamo, il tabellone dei treni in arrivo si è appena aggiornato.
Non so bene cosa fare, non sembro controllare più lo sguardo, poso gli occhi su qualsiasi cosa sia vicina a me e sospiro.
Mi prende la mano, mi muovo.

"Non farla aspettare."
"Io ho aspettato tanto."
"Lo sai che non è colpa sua."

Sento il cuore battermi nel petto con potenza, nella testa penso a tutto quello che potrebbe succedere. Mi si annebbia la vista: il sangue mi scorre troppo velocemente nella testa, mi sento debole.

Arrivo al binario ma il treno non è ancora arrivato. Lei mi conforta:

"Dai, mancano dieci minuti, non sei felice?"

Felice... Penso a quella parola, mi vaga nella mente e mi domando se quel mix assurdo di emozioni e paure che ho dentro sia felicità. Voglio smettere di pensarci, non mi porterebbe da nessuna parte e ho già abbastanza pensieri nella testa.
Guardo l'orologio muovere solennemente le lancette dei secondi. Gira solo in un senso, non torna indietro, e neanche io.

"Vedrai che faccia che farà quando ti riconoscerà."
"O magari non lo farà."
"Ti riconoscerebbbe in mezzo a mille."

"Chissà se mi somiglia, se cammina come me, se ha qualche accento strano o qualche capello grigio." Pensai.

Mancano tre minuti e sorge in me il dramma: cosa dovrei dire? Quale parola avrà l'onore di sverginare il silenzio carico di sentimento tra noi?
Mani deboli, sento tremarle nonostante non le stia muovendo; muovo il piede e mi mordo il labbro sempre più insistentemente...

"Qualsiasi cosa succederà, io sarò qui." Mi sussurra all'orecchio mentre mi abbraccia.

La guardo, dolce come è.
Sorrido e infilo la mia mano tra la sua.
In quel momento, il treno entra in stazione e si ferma.

Mi alzo, ci guardiamo negli occhi.

Si aprono le porte: mille persone scendono e vanno dirette verso l'uscita.
Li scruto, li osservo in cerca di un dettaglio.
Arriva, è lì. Si incrocia lo sguardo e si muove verso di me. Stringo forte la mano che comincia forse a sudare.

Siamo di fronte, ci separa forse un metro quando si ferma. La gente ci passa intorno ma io non sento nessun rumore, solo un fischio continuo.

"Sei diventato grande."

Mi sussurra mentre facendo un passo in avanti si abbraccia a me.
Allungo le braccia tremanti.

"Mamma."

domenica 31 luglio 2016

Memorie di uno scherzo

...


Non li sopporto, nessuno.

Eppure sono qui perché l'ho voluto io.

Sono ipocrita forse.

Senza palle sicuro:
perché una sì e una no?

Che tristezza di uomo...

Uomo

Il buio

La mente

.

Chitarre e bassi.

Sospiri e silenzi.

Poco. Manca poco.

Devo sopportare quello che non posso.

Dove come perché: tutti e non io.

I should have let you go.

.

Passa e portami via, lasciamo questo mondo, voliamo.





PS Promemoria per la vita: mai rischiare tutto per guadagnare niente. Soprattutto con le persone. 

mercoledì 13 aprile 2016

Amo

L'ora è tarda, alcol è un alto.
Penso, penso alle mie debolezze, ai miei problemi, a quello che faccio e quello che gli altri fanno per me.
Non so il senso di niente, non so cosa ci sarà domattina quando mi sveglierò... Sarò solo o sarò con qualcuno? La notte avrà offerto nutrimento alla mia mente sfigurata dalle pulsioni più particolari?
Non lo posso sapere così come non posso sapere nulla: vivo e scopro, scopro perché vivo.
La mente vaga, vola lontano dal corpo immerso nella massa.
Sarò mai qualcuno? Sarò mai uno?
Il senso di tutto mi sfugge, il nulla davanti ai miei occhi riempie i miei pensieri.
Carni, passioni, desiderio sono il mio cibo, ma l'appetito non diminuisce. La fame è irreale.
Esisto? Questa è la vita?
Droghe, alcol, fughe dalla realtà. Mondi paralleli, rifugi di pace. Il silenzio.
Ma io vivo nel suono, il ronzio di mille frequenze che si mescolano tra le impurità dell'aria e vibrano incessanti nella mente: il suono vitale; il suono dell'abbandono. Il sonno aumenta.
Brama il mio corpo l'abbandono dei sensi, la perdita di conoscenza e l'addio alla realtà.
La morte dei sensi. La morte. Meta sempre più vicina e sempre più presente. Lambisce l'animo.

Non mi importa, sono qui, sono io. Nessun ricordo, nessun pensiero. Ma io esisto, io sono fondamentale. Sono il mondo. Sono unico, penso ed sento.
Il sentire è la vita, e la vita è tutto. Amo pochi, sono amato da meno. Non importa. Amo.

lunedì 7 dicembre 2015

22:45

Non so fare un cazzo.

Non mi piace niente.

Faccio solo cazzate.

Sono quasi venti anni che sono al mondo, un quarto della mia vita è scivolato via e non so niente. Ogni tanto mi incazzo senza motivo, mi passa e poi mangio. Azioni a caso, tutto scollegato.
Fotto bevo guardo la TV.
Esami da preparare, patenti da prendere e niente in vista, tele bianche e tanta nebbia.
Tante storie, tanti personaggi... Tutto vuoto, finzione sciorappata di emozioni lontane.
Ogni tanto una lacrima, una fuga e un volare via.
Tanti schianti.
Non so chi sono, non so chi sei, non so se mi importi.
Risate tante, becere e egoistiche.

Enorme empatia e inutilità.

Tante macchine, energie, concentrazione. Passioni? Incompatibili, impossibili.
Niente da offrire, niente da ricevere.
Fumo, pioggia, jazz.
Eroi lontani, eroi inesistenti da mondi immaginari... Divani pieni, contenitori vuoti a riempirli.

Silenzi ronzanti, buio sfavillante, la pietra. Me.

mercoledì 18 marzo 2015

(Non è) chimica.

Tutti hanno provato, spero, l'esperienza del fare un compito in classe e non sapere niente.

L'emozione che pervade il corpo prima dell'imminente inculata dura e cruda. Sai di essere fottuto come Sasha nei migliori video che ti sei visto il giorno prima di studiare, ma alcune volte va peggio del solito: sei da solo al primo banco, non hai nessuno intorno e la professoressa ti fissa concentrata come se fossi il più bel adone mai esistito.
Non hai niente da scrivere ma non vuoi lasciare il foglio bianco.

Ci sono volte poi in cui sei ancora più coglione, perché non ci scrivi neanche sul foglio, parti con la mente in analisi psicologiche sgrammaticate che ti prendono fino a scoppiare:

Credo che sia arrivato il momento
di dire basta: il Righi non
ha mai fatto per me, non sono
adatto nonostante abbia sempre
pensato che il problema fosse
solamente di volontà di
studiare. Non ho le capacità
necessarie per prendere qui
sto fottutissimo pezzo di
carta, ne credo di averle per fare
l'università in maniera appena
sufficiente. Non nascondo la
profonda delusione che provo
adesso a fallire miseramente quando
l'obbiettivo sembrava così vicino;
mi dispiace dover nuovamente
passare un anno in una scuola
che magari continuerà a non
stimolarmi minimamente. Probabilmente
sono tutte le scuole ad essere
così e sono io che faccio
schifo in tutto, mi trovo a
dover scrivere su un banco
perché del compito di chimica
non capisco assolutamente niente,
neanche quello che mi chiede,
neanche il testo degli esercizi; colpa mia.
Passo il tempo a non fare niente,
senza nessuna cosa bella da
provare, ma neanche cose troppo
brutte, ormai non mi importa
niente di nulla, un continuo
andare avanti in questa
linea piatta e grigia
che è la mia routine.
Era cominciato tutto
bene, avevo un po' di
sonno ma ero ottimista,
ingenuo idiota che non ero altro.
Adesso ho cinque anni in
più e molto meno dentro,
la scuola mi ha tolto solamente,
senza dare nulla di bello.
Neanche cose brutte.
Mi sento la persona più
stupida del mondo, e
lo sono.

11/03/2015


venerdì 27 febbraio 2015

It Makes Me Wanna Cry

Sono stanco, mi si chiudono gli occhi.

Tutto va, molto va male. La musica è sempre buona. Mi stropiccio gli occhi ogni frase.
"You and I got the right stuff...", sax e atmosfera molto jazz.

Dovrei decisamente dormire, mi casca la testa, non riesco a scrivere.

Ieri ho sognato, probabilmente, diciamo che credo quello fosse il sogno.

C'ero io e c'eri tu... Era un sogno, decisamente. C'era anche il mio sguardo basso.

Davvero bel solo di sax.

Lo sguardo basso forse era il particolare più reale. Probabile.

Stanza piccola per i miei gusti, l'aria mancava.

Piccola specie se ci sei anche tu, infatti me ne vado.

Sono tardo anche nei sogni, Dio...

Però mi hai fermato, "so she took me by the hand and followed through the sand as she swallowed space and time."

Confusione.

"Cane zitto voglio dormire Dio Cristo"

Sono freddo, se questo viene da dentro o fuori non so. Il mondo è freddo, fottuto inverno. Io sono freddo, fottuto me. Chissà da chi.

La testa pesa tutte le mattine, qualcuna più di altre, la preferisco vuota sinceramente, più facile.

"Ho fatto un casino, mmh."

Spazio e Tempo sono infami.

Ma io sono coglione.