mercoledì 13 aprile 2016

Amo

L'ora è tarda, alcol è un alto.
Penso, penso alle mie debolezze, ai miei problemi, a quello che faccio e quello che gli altri fanno per me.
Non so il senso di niente, non so cosa ci sarà domattina quando mi sveglierò... Sarò solo o sarò con qualcuno? La notte avrà offerto nutrimento alla mia mente sfigurata dalle pulsioni più particolari?
Non lo posso sapere così come non posso sapere nulla: vivo e scopro, scopro perché vivo.
La mente vaga, vola lontano dal corpo immerso nella massa.
Sarò mai qualcuno? Sarò mai uno?
Il senso di tutto mi sfugge, il nulla davanti ai miei occhi riempie i miei pensieri.
Carni, passioni, desiderio sono il mio cibo, ma l'appetito non diminuisce. La fame è irreale.
Esisto? Questa è la vita?
Droghe, alcol, fughe dalla realtà. Mondi paralleli, rifugi di pace. Il silenzio.
Ma io vivo nel suono, il ronzio di mille frequenze che si mescolano tra le impurità dell'aria e vibrano incessanti nella mente: il suono vitale; il suono dell'abbandono. Il sonno aumenta.
Brama il mio corpo l'abbandono dei sensi, la perdita di conoscenza e l'addio alla realtà.
La morte dei sensi. La morte. Meta sempre più vicina e sempre più presente. Lambisce l'animo.

Non mi importa, sono qui, sono io. Nessun ricordo, nessun pensiero. Ma io esisto, io sono fondamentale. Sono il mondo. Sono unico, penso ed sento.
Il sentire è la vita, e la vita è tutto. Amo pochi, sono amato da meno. Non importa. Amo.

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